Nel primo semestre dell'Anno Accademico 2020/2021 alcuni Collegiali del Paolo Vi hanno preso parte, a distanza, a una serie di incontri organizzati dalla Diocesi di Milano, dal titolo "La via della bellezza, un percorso tra arte e fede". 

Sette sono stati gli appuntamenti, che erano rivolti ai giovani tra i 18 e i 30 anni.
Ciascun incontro era tenuto da un esperto del settore che introduceva i partecipanti ad un ambito della storia dell’arte in rapporto con la fede e la teologia cattolica.
    
La prima e la terza lezione, tenute rispettivamente dalla prof.ssa Stella Ferrari e dal prof. Antonio Mazzotta dell’università degli Studi di Milano, avevano come tema la storia dell’arte medievale e moderna, con un focus sul Romanico lombardo e sulla pittura veneta tra XV e XVI secolo.

Interessante è stata poi la lettura che don Marco Cianci, nella seconda lezione, ha dato del rapporto tra raffigurazioni sacre e teologia; unitamente è stata proposta una riflessione sul rapporto che la fede può avere con l’arte contemporanea nell’intervento di don Umberto Bordoni.

Nella quarta lezione, partendo dal percorso iconografico della chiesa milanese di San Fedele, padre Andrea Dall’Asta ha tracciato un ideale percorso di studio che mette in contatto la verità teologica della Chiesa e l’arte, intesa come biblia pauperum cui è deputato il compito di insegnare il messaggio evangelico a coloro i quali non erano in grado di leggere e scrivere.     
       
La quinta e la sesta lezione sono state invece tenute dal Rettore dell’Università degli Studi di Milano prof. Elio Franzini e dalla restauratrice dott.ssa Eliana Tovagliaro e sono state dedicate rispettivamente all’estetica dell’arte sacra come richiamo dell’umano e al restauro di un’opera d’arte visto nei suoi aspetti tecnici.                

Infine, la settima lezione è stata dedicata alle nozioni fondamentali per lo studio e la presentazione di un’opera d’arte con la dott.ssa Miriam Brighi, in vista di una serie di visite guidate da tenersi in primavera nelle chiese di Milano e delle diocesi lombarde.    
    
È stata certamente un’esperienza di grande arricchimento formativo, soprattutto perché ha proposto in diversi frangenti uno sguardo diverso sulle opere di arte sacra, da analizzare non solo per quanto riguarda le loro caratteristiche iconografiche, ma tenendo sempre ben presente lo stretto rapporto che esse instaurano con la fede. Avvicinando il fedele alla contemplazione dei misteri cristiani, sembra quindi realizzarsi nell’arte sacra la celebre massima di Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”, quasi a sottolineare la salvifica commistione tra la bellezza dell’arte e la redenzione della fede. (Collegiale Luca Chioda)